Dopo un anno chiuso in una stalla, Ardito può assaporare la libertà
Pubblicato il 9 November 2016.Come spesso succede, tutto è iniziato con una telefonata: la scorsa settimana una nostra sostenitrice chiama il Rifugio, preoccupata per l'asino dell'anziano vicino. Da mesi, ormai, non lo vede più uscire dalla stalla fatiscente; sa che è vivo solo perché ogni tanto lo sente ragliare, di solitudine e disperazione.
Fabrizio, il nostro responsabile benessere, si attiva subito: la moglie dell'anziano proprietario spiega che il marito non riesce a più a prendersi cura dell'asino, ma che, finora, tutte le persone interessate a prenderlo gli avrebbero causato una brutta fine.
Nel frattempo, Fabrizio va a vedere di persona la situazione: conosce così Ardito, un asino magnifico di 13 anni, di taglia grande (ma dovrà prendere almeno una trentina di chili), costretto da un anno a vivere in una stalla buia, senza mai poter uscire, letteralmente in mezzo ai suoi escrementi.
Bisogna salvare Ardito e bisogna farlo in fretta... così, stamattina, inizia il recupero.
L'asino si trova in Valle Cervo, a circa 20 km dal Rifugio, in una cascina tra campi e boschi.
Quando arriviamo, non riusciamo a vedere Ardito: la stalla è troppo buia... È lui ad avvicinarsi alla finestrella da cui filtra un assaggio di sole, quando sente le nostre voci.
Ardito è bellissimo, lo si capisce anche da quella vista rubata attraverso la rete e le grate. Il suo sguardo non ci è nuovo; è lo stesso degli asinelli di Treviso e di altri recuperi e dentro si legge una rassegnazione che stringe il cuore.
Completiamo le formalità, salutiamo il vecchio proprietario e percorriamo la stradina che ci separa dal trailer a piccoli passi: Ardito non è più avvezzo al movimento e i suoi zoccoli sono in condizioni pietose. Si ferma solo per strappare con gentilezza qualche filo d'erba lungo il tragitto e per salutare con un raglio le pecore che incontriamo lungo la via.
Ardito non ci conosce, ma è fiducioso: ci segue senza esitazioni e sempre senza esitazioni sale sul trailer, la testa subito abbassata per cercare il fieno e i pezzetti di mela che gli abbiamo fatto trovare in segno di benvenuto.
Il viaggio non è breve, ma passa in fretta: lo osserviamo attraverso il monitor interno al trailer, mai un gesto di nervoso o di paura.
Sono le 10 quando entriamo nell'isolamento, l'area dove Ardito passerà almeno un paio di mesi.
Apriamo il trailer, per un minuto resta immobile, un po' spaesato. Poi scende di slancio e non aspetta neanche di arrivare nella stalla, dove lo attende un letto di paglia appena messa, per rotolarsi.
E quante altre rotolate ha fatto, amici, nella sua prima mezz'ora al Rifugio! In ogni angolo del prato, immenso, tutto a sua disposizione, con l'aria frizzante e pulita ad accarezzarlo e la luce che, seppur fioca, gli dev'essere sembrata magnifica rispetto ai miseri spiragli che riuscivano a entrare nella sua stalla.
Sporco di terra e di erba, con le foglie tra i crini, il fieno fresco tra i denti: se la libertà fosse un odore, ora per Ardito sarebbe un misto di tutto questo.
Ci attende un lungo percorso di recupero: Ardito dovrà prendere gradualmente peso, i suoi zoccoli avranno bisogno di pareggi e molte attenzioni, i muscoli dovranno riabituarsi al movimento... Quando si sarà ripreso, verrà castrato, come tutti gli asini maschi del Rifugio, per permettergli, in futuro, di vivere insieme a nuovi amici.
Le spese sono tante e contiamo su di voi: se volete aiutare Ardito, fate una donazione di qualsiasi importo specificando il suo nome nella causale. Col vostro aiuto, questo gigante buono potrà vivere la vita che per troppo tempo gli è stata negata. Grazie per renderlo possibile.