Ciao nonna Linda
Pubblicato il 5 August 2015.Tra più di cento storie di asini abbandonati, maltrattati, ignorati, ce n’è una manciata che ci riempie il cuore: sono quelle che raccontano di asinelli molto amati, approdati al Rifugio dopo una vita di affetto e cure.
E quando pensiamo a loro, la prima storia a venirci in mente è sempre stata quella di “nonna” Linda, che ci ha lasciati lunedì. Aveva 30 anni.
Chiunque sia venuto al Rifugio l'ha conosciuta e, sicuramente, l’ha coccolata: impossibile passare davanti al recinto dei vecchietti senza vederla incedere verso il recinto con la sua andatura unica, da vera "signorina di campagna", e mettersi di lato, in attesa di riscuotere le carezze del visitatore di turno.
L’ha fatto anche nei pochi momenti buoni delle ultime settimane, durante le tregue dai tanti piccoli crolli che le hanno minato il fisico rustico, quelli che si annidano dietro la frase “si sta spegnendo”: come se tanti interruttori si abbassassero, uno dopo l'altro, lasciando entrare il buio.
Si è spenta letteralmente, la nostra Linda; nonostante le terapie e le attenzioni, giorno dopo giorno sembrava trasformarsi in un’asinella di vetro, delicata e fragile, da maneggiare con cura.
E avreste dovuto vedere la cura con cui l’ha trattata Marina, la sua “umana” di sempre, la persona che ha condiviso con Linda più di vent’anni di vita e affetto prima di portarla al Rifugio: non come gesto d’egoismo o per liberarsene, tutt’altro. Come estremo gesto d’amore.
Per un mese, Marina è venuta a trovare Linda ogni singola sera; a portarle erba tenera e cicoria, quella che amava tanto piluccare, carotine tenute al fresco e affettate sottili per aiutarla a mangiare; a spazzolarla per renderla più bella; a farle sentire che c’era.
E Linda la sentiva eccome: spesso, dopo una giornata passata nella stalla, senza la forza e la voglia di uscire, era la voce di Marina, che la chiamava forte per nome e le parlava in dialetto biellese, a guidarla là dove i suoi occhi non la riuscivano più a portare.
Lunedì sera, la lunga vita di Linda si è spenta e Marina era lì, al suo fianco.
Non possiamo conoscere tutti i pensieri di Linda durante questo lungo addio, anche se crediamo che fossero fatti di ricordi di prati verdi, gambe sane e tante carezze. E possiamo solo immaginare quelli della sua metà umana, Marina; come in tutti i grandi amori, una grossa parte, la più bella, è solo per chi li vive.
Quello che possiamo fare è salutare la nostra nonna asina, abbracciare chi resta e sperare che un po’ di quell’amore raggiunga chi ne ha più bisogno.
Linda ha avuto una vita bellissima, la più bella che un asino possa desiderare; e noi ci sentiamo privilegiati ad averne condiviso un pezzetto con lei e con Marina.