Il nostro saluto a Moro
Pubblicato il 18 August 2015.Le Prealpi Biellesi erano la sua casa: su e giù per i sentieri, il Moro sorvegliava il gregge e trasportava sulla sua schiena gli agnellini troppo piccoli e deboli per seguire le loro mamme nel tragitto verso il pascolo.
Gli escursionisti si fermavano a guardarlo prima di ripartire con un sorriso e una foto ricordo.
Il lavoro del Moro non era mai troppo faticoso, i controlli di veterinario e maniscalco non mancavano, così come i momenti di celebrità: ogni Natale, era lui al centro del presepe vivente di Trivero, tutto compìto, dolce e col lungo pelo rossiccio a solleticare il bambinello.
Così passarono gli anni e il loro peso iniziò a diventare troppo anche per la larga schiena del Moro.
I sentieri sembravano ogni giorno più ripidi e il giovane asino che gli era stato affiancato per aiutarlo nel suo compito non mancava di far presente la sua superiorità con morsi e calci.
Serviva una soluzione e i proprietari pensarono subito al Rifugio degli Asinelli: quale posto migliore per la meritata pensione?
Così, quel bell’asino classe 1982 arrivò da noi, nella stalla che è affettuosamente conosciuta come la casa di riposo dei “nonni-asini”.
Lì trovò il cavallo Sogno e la sua amica Baby, le belle e delicate Comtesse e Duchesse e, soprattutto, Linda e Ringo.
Linda, come Moro, era approdata qui da noi dopo una vita piena d’amore umano, ma priva di scambi con altri asini: strane creature, per lei, prima di conoscere Ringo, che aveva attraversato anni difficili e dolorosi prima di essere salvato da Lisa e, poi, di arrivare al Rifugio.
Si erano trovati e scelti, perché non c’è una data di scadenza per le anime gemelle; e quando a loro si era unito Moro, senza sforzo e senza guerre erano diventati un terzetto. Un magnifico terzetto.
Ringo, già pieno di acciacchi, manteneva un’indole da latin lover che non mancava di sfoderare, soprattutto nei confronti di Linda; e Moro ribatteva mordicchiando e inseguendolo, con le giunture che scricchiolavano e le zampe che ogni tanto perdevano un colpo, sotto lo sguardo perplesso della Linda.
Giocavano così, forse per la prima volta nella loro vita, felici, senza pensieri; e il loro gioco era lo spettacolo più bello del mondo. Era l’essenza del Rifugio.
Il primo ad andarsene è stato Ringo, due anni fa. Non l’ha fregato l’età, ma quel passato atroce da cui lo aveva salvato Lisa e da cui anche noi avevamo cercato di metterlo al riparo.
Linda, lo sapete: ci ha lasciato due settimane fa, circondata dall’amore della sua ex proprietaria Marina e da quello di tutti voi che l’avete conosciuta qui al Rifugio, presenza immancabile nelle foto e nei ricordi di chiunque venisse in visita.
Due settimane esatte prima del Moro.
Il nostro “nonno asino”, l’ospite più anziano del Rifugio, sempre pacato, affettuoso, fiero del suo collare azzurro con impresso “Moro Poletti”, simbolo dell’adozione esclusiva, se n’è andato domenica, di sera, dopo l’ultima e la più violenta delle crisi respiratorie che ultimamente non gli davano tregua.
L’ha addormentato il veterinario per evitargli la morte per soffocamento e perché, a volte, le scelte più dolorose sono le più umane.
Era diventato magro, fragile, stanco; ma era sempre splendido. Era sempre il nostro nonno asino.
Questa è la storia di Moro, Linda e Ringo. E per la cronaca questo basta, così come dovrebbe bastare la consapevolezza di essere riusciti a dare una casa e una vita terrena serena a loro e agli altri asinelli che, attraverso mille strade e mille storie, arrivano qui da noi: è il nostro impegno, prima ancora che il nostro lavoro.
Però, aggiungiamo una postilla: non raccontiamo favole, al Rifugio, ma un finale da favola i nostri vecchietti se lo meritano davvero.
Noi speriamo che gli zoccoli del Moro, che hanno percorso così tanti chilometri e battuto così tanti sentieri, continuino a portarlo leggeri lungo prati sempre verdi e che lo conducano dai suoi amici, che, di sicuro, lo stavano aspettando con le orecchie dritte e gli occhi non più offuscati dagli anni.
Sotto l’albero di melo del Rifugio, sopra le nuvole che incoronano le Prealpi: da qualche parte Ringone si sta mettendo in mostra davanti a Linda che finge indifferenza e il Moro, dopo averlo osservato con la sua immensa pazienza, si prepara a dargli una testata di avvertimento.
Vorremmo vederli ancora una volta, ma non possiamo; possiamo immaginarli, questo sì, e sorridere di tenerezza e gratitudine per tutto quello che ci hanno lasciato; per tutto quello che ci hanno insegnato.
Non ci si abitua mai a certi saluti, ma, come ha detto un saggio: “Come siamo fortunati ad avere qualcuno che rende così difficile dirsi addio”.
Dedicato a Ringo, Linda, Moro, Duchesse, Mishu, Daxi, Dipsy, Gea, Rocco e a tutti gli altri asini che abbiamo salutato in questi anni.