Luca
Pubblicato il 21 August 2017.Abbiamo ancora nel cuore gli ultimi attimi di Cristina ed è tempo di dire addio a un altro asinello. E se nessuno, qui, è un asino "qualunque", ancora di meno lo era Luca, il nostro piccolo, immenso guerriero. Ha passato la sua vita a lottare e non si è smentito neanche alla fine, contro quel nemico troppo forte per lui e per noi che gli stavamo accanto: una colica da costipazione con torsione intestinale, impossibile da operare chirurgicamente vista l’età e le condizioni fisiche.
Era entrato al Rifugio il 15 febbraio 2008, dopo un lungo viaggio da Cernavoda insieme ad altri asini romeni. Tra loro c'era anche Tudor: una storia simile alle spalle, la stessa età, il carattere di chi ne ha viste tante. Non potevano che essere amici, di quelle amicizie da film di stagionati, adorabili brontoloni, fatte di continui punzecchiamenti, corse (per quanto permettessero le zampette e la pancia di Tudor), lotte con calci e impennate, che lasciavano il dubbio che quei due si credessero stalloni selvaggi, mentre noi vedevamo due nonni asini scatenati, le cui dimensioni ridotte erano compensate da una grinta smisurata.
Chiunque fosse il primo a cominciare, il secondo non si tirava indietro. Si rincorrevano su e giù per il bosco anche pochi giorni prima di ferragosto e, mentre li guardavamo, pensavamo che non sarebbero cambiati mai; che quella sarebbe stata la loro vita per sempre.
Luca arrivava dalla Romania, dov'era stato trovato in fin di vita, abbandonato nel limbo che separa campagna e città. Sul passaporto era segnato il 1992 come suo anno di nascita, ma chissà se era quello vero. Quando siamo di fronte a un asino lasciato solo a se stesso possiamo solo cercare di immaginare il suo passato, usando ogni indizio che abbiamo a disposizione: nel suo caso erano le ferite purulente che ricoprivano tutta la parte destra del corpo, la debolezza, la paura.
Negli anni aveva imparato a fidarsi dell'uomo. Si metteva di fianco al recinto (la sua stalla era quella dei vecchietti), in attesa delle carezze. Era molto intelligente, ma l'intelligenza da sola non sarebbe stata sufficiente a far capire che le mani potevano regalare dolcezza, non solo botte. Ci aveva donato la sua fiducia, un salto senza paracadute e un riconoscimento che significa grandi responsabilità. Medichiamo, ripariamo, come possiamo: con i farmaci, la pazienza, l'aiuto del tempo. Ma ogni volta è l'asino che stiamo aiutando a rendere possibile il cambiamento: lo fa quando va oltre oltre, supera quello che ha subito, capisce che si può cambiare.
Luca, piccolo asino nero dalle orecchie corte e gli occhi magici, è stato molto amato. Da tutti noi, dai visitatori e da Silvia, in particolare, che da quattro anni aveva scelto di adottarlo in modo esclusivo, insieme all'inseparabile Tudor. Sono immense e indelebili le impronte che quei piccoli zoccoli hanno lasciato nei nostri cuori.