Madre adottiva
Trovare una madre adottiva ha molti vantaggi ma, purtroppo, sono raramente disponibili: una fattrice che ha appena perso il suo puledro sarebbe ideale. Il successo di tale pratica dipende da vari fattori caratterizzanti il rapporto fattrice-puledro, tra cui:
- Fattrici che abbiano dato alla luce un puledro morto o che non abbiano allattato hanno meno probabilità di accettarlo
- Più è lungo il periodo di tempo che intercorre tra la morte del puledro e l’introduzione di quello adottivo, minori sono le possibilità di successo. Normalmente la fattrice smette di produrre latte dopo 2/3 giorni durante i quali non viene munta
- Forti differenze di taglia tra fattrice e puledro rendono l’accettazione meno probabile
- Se il puledro non è mai stato allattato perde gradualmente l’istinto alla suzione
- L’istinto materno varia da animale ad animale. Alcune fattrici mostrano estrema ostilità in un primo momento, ma, una volta accettato il puledro, possono essere splendide madri.
Superamento del rifiuto
Ci sono vari trucchi da adottare per aiutare o facilitare l’accettazione del puledro da parte della madre adottiva:
- Spostare la madre dalla stalla alla quale la fattrice potrebbe associare la morte del suo puledro
- Strofinare il sacco amniotico, spalmare il meconio o porre a contatto la pelle del puledro morto sull’adottivo prima di presentarlo alla madre se possibile
- Posizionare odori forti sopra le narici della fattrice, ad esempio strofinando “Vicks vaporub”. Fare lo stesso sui quarti posteriori, testa e collo del puledro. L’applicazione va ripetuta frequentemente
- Presentare il puledro affamato alla fattrice, vale a dire circa ogni 3 ore. Far incontrare la madre adottiva al puledro quando le mammelle sono piene
- Se strettamente necessario, possono essere utilizzati strumenti di contenzione quali tranquillanti o pastoie ma la durata di utilizzo deve diminuire ad ogni sessione.
Osservare la fattrice e il puledro quando vengono lasciati insieme la prima volta. Alcune volte è consigliabile tenerli separati con un divisorio: questo permetterà loro di vedersi e annusarsi proteggendo però il puledro.
In caso di insuccesso riproporre il puledro dopo un breve periodo: il successo può essere raggiunto dopo alcuni tentativi. Se dopo 10/12 ore l’asina mostra ancora una risposta ostile le possibilità che il puledro venga accettato sono scarse.
Colostro
Il colostro deve essere somministrato entro le prime 12 ore di vita; il primo pasto dovrebbe avvenire entro 2-3 ore dalla nascita. La quantità consigliata è 250 ml ogni ora per le prime 6: 1,5 l in totale. La capacità di assimilazione decresce rapidamente dopo le 3 ore di vita, per cui il puledro dovrebbe essere incoraggiato a poppare prima possibile, in caso di dubbi si possono misurare i livelli igG del puledro 16-20 ore dopo la nascita.
In caso di rifiuto del puledro, sarebbe preferibile ottenere il colostro dalla madre. Eventualmente si può reperire anche da un’altra fattrice che abbia partorito da non più di 2 giorni. Una fattrice sana dovrebbe avere 250 ml di latte in più da mungere dopo aver allattato il proprio puledro, anche se in tal caso è utile verificare prima la qualità del colostro utilizzando un rifrattometro. La pulizia di mani e mammelle prima della mungitura è fondamentale. Tutti gli utensili utilizzati devono essere sterilizzati.
Il colostro vaccino non è ideale, anche se, dato in maggiori quantità, è meglio di niente quando non si abbiano alternative. Il colostro può essere raccolto e congelato a una temperature compresa fra -15° e -20°C. È consigliato raccoglierlo in contenitori da 250 ml così da scongelarne lo stretto necessario ad ogni suzione. Lo scongelamento deve avvenire lentamente tramite immersioni in acqua calda finché non raggiunga i 38°C. Se il puledro non ha ricevuto colostro, o i livelli di IgG misurano <800 mg/dL, occorre somministrare del plasma (preferibilmente iperimmune) per via endovenosa durante le prime 12 ore di vita. Il posizionamento del catetere e la somministrazione del plasma vengono in genere attuati sotto sedazione. In un puledro di asino si sono raggiunti buoni livelli di sedazione con diazepam IV in dose 0.1-0.25 mg/kg
Alimentazione supplementare
Se una fattrice non produce abbastanza latte per il suo puledro, la sua dieta può essere integrata durante la lattazione. Per cercare di aumentare la produzione di latte i seguenti metodi possono essere utili:
- Iniezioni di ossitocina, da 0.5 a 1.0 ml, ne stimolano il flusso
- Proporre erba medica (alfalfa) o consentire il pascolo di erba dove essa sia rigogliosa e verde.
Allevamento a mano
L’allevamento a mano deve essere preso in considerazione solo se non ci sono alternative. Occorre considerare i seguenti punti:
- Allevare a mano un puledro non è né facile né economico e coloro che saranno coinvolti devono essere pronti a impegnare tempo e risorse. É essenziale che si tratti di personale esperto e coscienzioso
- Un puledro può sviluppare caratteristiche comportamentali inadeguate derivanti dalla mancanza di stimoli da parte di suoi simili. Pecore e capre possono essere dei buoni compagni, ma il puledro dovrebbe avere la possibilità di avere interazioni con altri equini. Fuori al pascolo (una volta superato il mese di età) il puledro può essere inserito con un asino o un pony tranquillo. Il compagno agirà come modello da imitare
- Assicurarsi che il puledro abbia la possibilità di svolgere un regolare esercizio fisico che gli permetterà di crescere più forte. Siccome il latte asinino è povero di Vitamina D, il puledro dovrebbe avere la possibilità di esporsi al sole. Gli asini che possono prendere il sole per almeno 3 ore ogni giorno, sono in grado di produrre naturalmente la Vitamina D indispensabile per il corretto sviluppo osseo
- Il puledro dev’essere tenuto in un luogo caldo, asciutto e al riparo dal vento. Una stalletta aperta con lettiera pulita è l’ideale. La stalletta dovrebbe essere stata vuotata per almeno 2/3 settimane prima di ospitare il puledro e l’area non dovrebbe essere stata soggetta a malattie enteriche
- La stalla e tutte le attrezzature devono essere pulite, disinfettate e/o sterilizzate. Tutto il personale che entra nella stalla dovrebbe prendere le precauzioni igieniche necessarie, in particolare durante le prime 72 ore di vita del puledro.
Biberon
L’allattamento con biberon richiede tempo ma è l’opzione preferibile. Può essere utilizzato nel periodo di transizione prima che il puledro venga abituato a bere da un secchio. Le tettarelle da agnelli sono quelle dalla forma e duttilità più vicine alla mammella di un’asina. Se il puledro rifiuta la tettarella, inserire l’indice nella sua bocca e, nel caso ancora non aspiri, muovere il dito contro il palato. Lentamente sostituire il dito con la tettarella una volta che il puledro comincia a succhiare, armandosi di pazienza. Il flacone va tenuto in posizione verticale.
Secchio
Il secchio permette di risparmiare molto tempo una volta che il puledro sarà abituato, ma è molto più difficile da introdurre rispetto al biberon. Di solito il momento migliore per iniziare è dalle 2 settimane di vita in poi. Il latte dovrebbe essere offerto a volontà in un secchio largo e poco profondo, posto all’altezza della testa del puledro, riempito almeno 2 volte al giorno e ogni volta pulito accuratamente.
Per insegnare al il puledro come bere, mettergli un dito in bocca e, non appena inizia a succhiare, abbassare lentamente la mano nel secchio di latte. Potrebbe essere necessario spingere con delicatezza la testa del puledro per mostrargli il secchio. Nel peggiore dei casi, potrebbe volerci un giorno intero per insegnare al puledro come bere da un secchio.
Intubazione naso-gastrica
Questa pratica deve essere svolta solo da personale medico o specializzato.
A volte puledri particolarmente deboli hanno bisogno di essere alimentati tramite sondino naso-gastrico. L’inserimento del tubo può essere piuttosto difficile ed è necessario prestare molta attenzione durante il posizionamento per accertarsi che il sondino sia nell’esofago. Può essere utilizzato un catetere urinario maschile 20 F “portex” per intubare il puledro, ma assicurarsi che abbia il cappuccio per evitare aerofagia. Questo può fissato in posizione. Siccome un’intubazione gastrica costituisce un rischio di ulcera gastrica nel puledro, può essere raccomandabile l’uso di Omeprazolo - anche se questo medicinale non può essere usato in puledri sotto le 4 settimane di vita. Quando si somministra qualsivoglia medicinale a dei puledri, bisogna pesarli accuratamente prestando grande attenzione al dosaggio.
Protocollo per l'allevamento a mano
- Il latte deve essere a 38°C durante i primi pasti per poi gradualmente passare a temperatura ambiente dopo la prima settimana
- Il cambiamento di temperatura dovrebbe essere completato lentamente in un lasso di tempo di almeno 24-48 ore
- Un puledro di 10kg necessita di 30 kcal/kg (125kj/kg) al giorno
- Un puledro di 10 kg malato o prematuro necessita di 36 kcal/kg (150 kj/kg) al giorno
- La quantità di latte raccomandata per un puledro in salute è di 100 ml per 1 kg di peso corporeo al giorno. Per un puledro di 10 kg ciò significa 1 litro di latte al giorno, cioè il 10% del suo peso.
Un puledro viene normalmente allattato dalla madre 7 volte al giorno. Idealmente dovrebbe quindi essere allattato ogni 2-3 ore ma durante la prima settimana è preferibile farlo ogni 1-2 ore. Se il puledro è malato può non essere in grado di tollerare più di 50/100 ml ogni ora: in questo caso sarà necessario allattarlo più spesso. Con il miglioramento delle condizioni fisiche si arriverà gradualmente a 200 ml/ora.
Giorni 1 e 2: 100-120 ml ogni 2 ore (10-15% del peso corporeo) 10-12 volte per giorno.
Dal 3°al 7°giorno: Aumentare il volume di ogni pasto a 150-200 ml (25% del peso corporeo). Ridurre il numero di pasti a circa 8 al giorno, alimentandolo ogni 2-3 ore. Possono essere offerti pellet a base di latte da una settimana di età. A partire dalle 3 settimane di età, si può integrare con Top Spec Comprehensive balancer, introdotto con gradualità fino a 100g/100 kg.
2° e 3° settimana: Somministrare 300-350 ml ad ogni pasto, ridurre a 6 pasti al giorno ogni 4 ore. Dare accesso ad acqua fresca e considerare di iniziare il training per il secchio. Il puledro può mangiucchiare la paglia della lettiera; permettere l’accesso ad una quantità limitata di fieno/fieno-silo di buona qualità ed al pascolo per iniziare lo svezzamento.
4° settimana: Somministrare 500ml di latte 5 volte al giorno. NON togliere il latte al puledro finché non mangerà una quantità adeguata di cibo secco. Il cambiamento deve essere graduale per permettere l’adattamento degli enzimi digestivi.
8° - 12° settimana: Durante questo periodo progredire con lo svezzamento. Passare ad un 1 litro di latte 4 volte al giorno all’ottava settimana e poi a 1 litro 3 volte al giorno alla dodicesima. È possibile allattare ancora il puledro con 0.5 litri di latte al giorno, ma lo svezzamento deve essere completato entro il quinto mese di età.
Tipi di latte da considerare
Latte d’asina
Ovviamente questa è l’opzione migliore per il puledro, ma non sempre il latte è facilmente reperibile. La mungitura di un’asina richiede molto tempo.
Latte vaccino o caprino
Questo è più facilmente reperibile ma differente nella composizione da quello asinino, in quanto contiene molti più solidi, grassi e proteine ma molti meno zuccheri. Non vi è la necessità di miscelare le polveri ma può risultare costoso, in modo particolare il latte di capra rispetto a quello vaccino.
Il latte caprino è considerato un buon surrogato di quello materno asinino poiché le particelle di grasso sono più piccole che nel latte vaccino e quindi viene digerito più facilmente di quest’ultimo, e pare essere anche molto appetibile.
Il latte vaccino può esser reso più simile a quello asinino se, utilizzando quello con contenuto di grassi al 2%, viene addizionato con un cucchiaino di miele ogni 0,5 l circa. Il latte prodotto da vacche razza Jersey non essere invece utilizzato a causa del suo alto contenuto in grassi. Il latte vaccino può contenere un numero sorprendente di batteri, per cui si consiglia di pastorizzarlo a 70°C per 15 secondi prima dell’utilizzo.
Formula suggerita:
- 300 ml latte vaccino
- 150 ml acqua con calce idratata (50g di calce idratata da giardino ogni 10l di acqua – lasciare una notte in soluzione e poi filtrare dai sedimenti)
- 20 g di lattosio / melassa / miele / zucchero di canna non raffinato.
Sostituti del latte
La formula ideale contiene il 15% di grassi, il 22% di proteine grezze e meno dello 0.5% di fibre. I sostituti del latte per vitelli non sono raccomandati. Essi sono una scarsa fonte di proteine di alta qualità e spesso contengono antibiotici anche se esistono formule in cui sono assenti (Denkavit).
Il latte ad uso umano andrebbe evitato in quanto non ben tollerato dal tratto gastrointestinale del puledro. Sostituti del latte di scarsa qualità possono causare difficoltà nello sviluppo del puledro. Va inoltre osservato che seguendo le linee guida del produttore possono verificarsi disidratazione e costipazione. Sarebbe meglio usare una soluzione al 12,5% (125g di sostituto del latte / 1l di acqua) proponendone inizialmente il 10% del peso corporeo del puledro, per arrivare, al decimo giorno, fino al 20%.
Ci sono molte alcune di latte artificiale per puledri facilmente reperibili su internet. Per esempio:
- Nanut Foal
- Primolatte
Diarrea
Diarrea nutrizionale: cause e prevenzione
Il processo di lavorazione dei sostituti del latte causa una perdita in aminoacidi di base. Occorre scegliere un sostituto di buona qualità che contenga il 22% di proteine grezze. Una quantità eccessiva di sostituto liquido del latte, assunta in un solo pasto, può scombinare il lavoro degli enzimi digestivi ed il livello di acidità dello stomaco, causando una rapida proliferazione di microrganismi patogeni enterici. Occorre alimentare il puledro poco e spesso. Un’infezione può facilmente essere contratta dall’ambiente circostante, dal contatto umano o da utensili sporchi. Tenere mani e attrezzi puliti. Il latte non ben conservato permette la proliferazione di batteri. Usate solo latte fresco. Il latte acquistato in negozio può contenere elevate quantità di batteri, che possono essere sia patogeni che non patogeni. Improvvisi cambiamenti di dieta possono sconvolgere gli enzimi digestivi. Le modifiche dovrebbero sempre essere fatte lentamente.
Intolleranza al lattosio: cause e trattamento
La diarrea causata da intolleranza al lattosio può verificarsi principalmente in seguito ad un danno intestinale causato da un agente infettivo e può essere rapidamente identificata in quanto regredisce rimuovendo il latte e ritorna quando il latte viene reinserito nella dieta. La terapia con somministrazione orale di lattasi è stata già usata con i puledri di asino. 4-6 gocce PO q 4h di Colief® (Crosscare Ltd).
Trattamento della diarrea
Il sostituto del latte dovrebbe essere sospeso e sostituito per uno o due giorni con una soluzione di 50g di glucosio in 500ml di acqua a 38°, precedentemente bollita e lasciata raffreddare. Il ritorno al latte asinino deve essere graduale alternandolo con la soluzione di acqua e glucosio. Il numero di pasti giornalieri dovrebbe essere aumentato mantenendo lo stesso consumo totale giornaliero. Si può considerare l’integrazione dei pasti con lactobacilli in pasta durante il cambio di dieta. L’intolleranza ai sostituti del latte può causare coliche, diarrea e/o gonfiore. Questi sintomi possono indicare altresì ulcere gastroduodenali, va quindi considerata la somministrazione di medicinali antiulcera. Si può provare a diminuire la quantità o aumentare la frequenza, oppure, eventualmente, la possibilità di ricorrere a una fonte alternativa.